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Il Museo Egizio ha avviato una collaborazione tra diversi enti e associazioni con l'obiettivo di riunire digitalmente il corpus di fotografie scattate durante gli scavi archeologici in Egitto di inizio Novecento.

Archivio di Stato di Torino

Dal 2005 l’Archivio di Stato di Torino ha preso in carico, attraverso tre versamenti successivi, l’ultimo dei quali nel 2015, l’archivio del Museo Egizio, dal momento della sua nascita (1824) a quello della sua trasformazione in Fondazione. Dopo l’Unità d’Italia, infatti, l’Archivio torinese ha il compito istituzionale di conservare i fondi archivistici degli Uffici statali presenti in Provincia di Torino ed in Valle d’Aosta: e il Museo Egizio, fino alla nascita della Fondazione, era un museo statale, dipendente dal Ministero della Cultura.

Negli ultimi anni, grazie ad una fruttuosa collaborazione fra Archivio di Stato e Fondazione Museo delle Antichità Egizie, sono state create oltre 80.000 immagini digitali di documenti presenti all’interno dell’archivio del Museo Egizio. La totalità dei materiali è oggi liberamente consultabile sul sito dell'Archivio di Stato e in questo sito, debitamente ordinata, per quel che riguarda la documentazione fotografica degli scavi archeologici.

Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino

Il Museo di Antropologia ed Etnografia del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Torino (MAET) conserva un importante fondo fotografico relativo alla Missione Archeologica Italiana (M.A.I.) in Egitto. Si tratta di circa 900 positivi e negativi in vetro alla gelatina al bromuro di argento, raccolti o realizzati nella prima metà del Novecento dal fondatore del MAET, lo psichiatra e antropologo Giovanni Marro (1875-1952). Le fotografie rispecchiano gli interessi scientifici di Marro e ripercorrono la sua esperienza di antropologo al seguito della Missione Archeologica Italiana (M.A.I.) tra il 1913 e il 1935.

Le 163 foto scelte per questo progetto illustrano le campagne di scavo presso Gebelein, Assiut, Deir el-Medina, Valle delle Regine, ecc.

L'intero fondo è stato digitalizzato fra 2020 e 2021, nell’ambito del progetto “Fondi fotografici del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Torino: immagini del brigantaggio e rappresentazioni coloniali, un patrimonio inedito da scoprire e salvaguardare”, vincitore dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2020” finanziato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Le immagini digitali sono catalogate sulla piattaforma SIGEC WEB dell'ICCD, consultabili nel Catalogo generale dei Beni culturali.

Centro di Egittologia Francesco Ballerini, Como

Il Centro di Egittologia Francesco Ballerini (CEFB) nasce a Como nel 1993 per iniziativa dell’egittologo Angelo Sesana.

Dalla sua costituzione, il CEFB opera attivamente per diffondere e favorire la conoscenza della cultura dell’antico Egitto, portando avanti indagini archeologiche, nonché approfondendo i rapporti con tutte le altre antiche civiltà del Vicino Oriente e del Mediterraneo.

L'intero archivio di fotografie e documenti di Francesco Ballerini (1877-1910), egittologo e collaboratore di Ernesto Schiaparelli (1856-1928) durante gli scavi in Egitto, è stato donato ad Angelo Sesana nel 1994 dal nipote Franco Ballerini affinché si impegnasse a valorizzare e far conoscere la figura del nonno "Franz", per lungo tempo rimasta nell'ombra. Successivamente, il prof. Sesana ha quindi messo a disposizione del CEFB l'intera documentazione ricevuta per obiettivi di studio e ricerca. Una selezione di fotografie scattate da Francesco Ballerini durante le campagne di scavo arricchisce e integra la conoscenza degli scavi archeologici del Museo e viene pertanto resa qui disponibile.