Ashmunein

Storia dell'archivio

L'archivio fotografico del Museo Egizio è costituito da circa 45000 immagini, suddivise tra circa 25000 lastre fotografiche su vetro o celluloide, 15000 diapositive e 4500 stampe Otto/Novecentesche. Archivio Fotografico presenta una selezione di circa 3000 immagini digitali, implementata grazie alla collaborazione con vari enti e associazioni.

Sebbene il processo di nascita, sviluppo e diffusione della fotografia avvenga nella prima parte del XIX secolo (dagherrotipo, calotipo ecc.), il Museo Egizio ha avuto i primi contatti con apparecchi fotografici soltanto a partire dall’ultimo quarto del secolo. L'impiego sistematico delle macchine fotografiche, che diedero la possibilità di formare un primo archivio fotografico, si deve alla direzione di Ernesto Schiaparelli, direttore dal 1894 al 1928. Sarà la sua attività archeologica promossa dal 1903 che consentirà l'acquisizione di migliaia di lastre, in vetro e anche in celluloide, per documentare le ricerche condotte in numerosi siti egiziani fino al 1920. 

Le ricerche proseguiranno con gli scatti di altre fotografie sotto la direzione di Giulio Farina tra il 1930 e il 1937. A questo corpus di materiale si aggiunsero poi, sempre a partire da Schiaparelli, numerosissime lastre che riproducono oggetti conservati in Museo, nonché le esposizioni museali.

Dagli anni '70 si affiancarono le moderne diapositive a colori e in B/N che, oltre a documentare i singoli oggetti, riguardano anche panorami e siti archeologici egiziani. A questo materiale è infine da sommare una serie di riproduzioni su carta, una parte riferita alle stampe di celebri fotografi dell’Ottocento inerente all’ambiente egiziano allora conosciuto, un'altra parte si riferisce alla stampa di circa 3500 lastre fotografiche. 

 

Nel corso della sua storia, il Museo ha infatti acquisito numerose fotografie ottocentesche su carta, scattate da fotografi professionisti e amatoriali, che sono andate a formare l’attuale Fondo “Fotografie ottocentesche”. Tutto il materiale, a partire dal 2018, è attualmente conservato in un ambiente opportunamente climatizzato, denominato Fototeca Storica, all’interno del palazzo del Museo.