Scavi lungo il pendio della montagna, sul lato destro del tempio della dea Hathor. Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo il pendio della montagna, sul lato destro del tempio della dea Hathor. Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo il pendio della montagna, sul lato destro del tempio della dea Hathor. Scala che conduce alla cappella G, con i cartigli di Seti II. Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo il pendio della montagna, sul lato destro del tempio della dea Hathor. Scala che conduce alla cappella G con i cartigli di Seti II. Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo il pendio della montagna, sul lato destro del tempio della dea Hathor. Rilievo proveniente dalla cappella G, con i cartigli di Seti II, sovrapposti a quelli di Amenmesse (S. 6136). Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo il pendio della montagna, sul lato destro del tempio della dea Hathor. Rilievo proveniente dalla Cappella G, con i cartigli di Seti II, sovrapposti a quelli di Amenmesse (S. 6136). Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo il pendio della montagna, sul lato a destra del tempio della dea Hathor. La fotografia mostra il momento del ritrovamento della statua di Pendua e della moglie Nefertari (S.6127). Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo il pendio della montagna sul lato a destra del tempio della dea Hathor. Lavori di estrazione di un sarcofago da un pozzo (S.7715). Scavi Schiaparelli.
Veduta dell’area archeologica a destra del tempio della dea Hathor. In basso a sinistra, è visibile il muro di recinzione del tempio. Al centro una tenda, non dei componenti della missione ma probabilmente del corpo di guardia locale. In basso si intravedono due frati francescani della vicina stazione missionaria di Luxor. Scavi Schiaparelli.
Veduta generale del tempio della dea Hathor e dell’area circostante, prima dell’inizio delle ricerche. Scavi Schiaparelli.
Veduta generale del tempio della dea Hathor e dell’area circostante. Già si vede a destra la tenda di supporto per la sicurezza dell’accampamento. Scavi Schiaparelli.
Veduta generale dell’area settentrionale della necropoli prima dell’inizio delle ricerche. Queste immagini, oltre a documentare il sito, favorivano anche lo studio del suolo, con l’apprezzamento di avvallamenti, anche poco visibili ad occhio nudo, che segnalavano la presenza di pozzi o strutture emergenti dal suolo. Scavi Schiaparelli.
Veduta generale dell’area settentrionale della necropoli prima dell’inizio delle ricerche. Queste immagini, oltre a documentare il sito, favorivano anche lo studio del suolo, con l’apprezzamento di avvallamenti, anche poco visibili ad occhio nudo, che segnalavano la presenza di pozzi o strutture emergenti dal suolo. Scavi Schiaparelli.
Veduta generale dell’area settentrionale della necropoli prima dell’inizio delle ricerche. Queste immagini, oltre a documentare il sito, favorivano anche lo studio del suolo, con l’apprezzamento di avvallamenti, anche poco visibili ad occhio nudo, che segnalavano la presenza di pozzi o strutture emergenti dal suolo. Scavi Schiaparelli.
Veduta generale dell’area settentrionale della necropoli. Si vede bene il possente muro che delimita l’area del tempio. In alto si vedono i sentieri che conducono verso il colle, con il suo piccolo insediamento, da dove si può scendere alla Valle dei Re o alla Valle delle Regine, o salire in punta alla montagna. Scavi Schiaparelli.
Veduta generale dell’area settentrionale della necropoli prima dell’inizio delle ricerche. In basso si vedono le mura del tempio dedicato alla dea Hathor. Scavi Schiaparelli.
Veduta generale dell’area settentrionale della necropoli prima dell’inizio delle ricerche. Queste immagini, oltre a documentare il sito, favorivano anche lo studio del suolo, con l’apprezzamento di avvallamenti, anche poco visibili ad occhio nudo, che segnalavano la presenza di pozzi o strutture emergenti dal suolo. Scavi Schiaparelli.
Veduta complessiva del tempio dedicato alla dea Hathor. In alto, in corrispondenza del portale di accesso al tempio, sono visibili i sostegni della tettoia eretta davanti alla casetta della missione. Scavi Schiaparelli.
Veduta dell’estremità settentrionale dell’area a destra del tempio, prima dell’inizio delle ricerche. Scavi Schiaparelli.
Scavi alla destra del tempio. Luogo in cui verranno portate alla luce due giare contenenti 33 rotoli di papiri demotici e greci, con testi di contenuto amministrativo, datati tra l’anno 171 e 104 a.C. La scoperta avvenne intorno alla metà di marzo del 1905, ad opera di Roberto Paribeni, che quell’anno faceva parte della missione. Scavi Schiaparelli.
Momento di scavo nella parte finale della Valle. Presumibilmente scavi Schiaparelli.
Scavi alla destra del tempio. Luogo del rinvenimento di due giare contenenti 33 rotoli di papiri demotici e greci, con testi di contenuto amministrativo, datati tra l’anno 171 e 104 a.C. La scoperta avvenne intorno alla metà di marzo del 1905, ad opera di Roberto Paribeni, che quell’anno faceva parte della missione. Scavi Schiaparelli.
Le due giare contenenti i rotoli di papiri scoperti nel 1905. Fotografia scattata nel Museo. Scavi Schiaparelli.
Scavi alla destra del tempio, risalendo il pendio della montagna. La notevole quantità di operai impiegata era motivata dalla necessità di saggiare sistematicamente il terreno, fino al raggiungimento dello strato antico. Scavi Schiaparelli.
Scavi alla destra del tempio, risalendo il pendio della montagna. La notevole quantità di operai impiegata era motivata dalla necessità di saggiare sistematicamente il terreno, fino al raggiungimento dello strato antico. Al centro è visibile una palina che segnala l’esistenza di un’area da scavare successivamente, con particolari accorgimenti. Sulla sinistra dell’immagine è riconoscibile Benvenuto Savina. Scavi Schiaparelli.
Scavi alla destra del tempio, risalendo il pendio della montagna. La notevole quantità di operai impiegata era motivata dalla necessità di saggiare sistematicamente il terreno, fino al raggiungimento dello strato antico. Al centro è visibile una palina che segnala l’esistenza un’area da scavare successivamente, con estrema attenzione. Sulla sinistra dell’immagine è riconoscibile Benvenuto Savina. Scavi Schiaparelli.
Scavi verso l’estremità settentrionale della necropoli. La fotografia mostra squadre di operai che operano separatamente in diverse aree di scavo. Scavi Schiaparelli.
Scavi alla destra del tempio, risalendo il pendio della montagna. La notevole quantità di operai impiegata era motivata dalla necessità di saggiare sistematicamente il terreno, fino al raggiungimento dello strato antico. Scavi Schiaparelli.
Scavi alla destra del tempio, risalendo il pendio della montagna. La notevole quantità di operai impiegata era motivata dalla necessità di saggiare sistematicamente il terreno, fino al raggiungimento dello strato antico. Scavi Schiaparelli.
Scavi a ridosso del lato destro delle mura del tempio. In quest’area vennero alla luce i resti delle cappelle dedicate al culto degli antichi faraoni. Scavi Schiaparelli.
Scavi nell’area settentrionale della necropoli, a destra del tempio della dea Hathor. Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo la montagna, dietro al tempio della dea Hathor. Scavi Schiaparelli.
Scavi lungo la montagna, dietro al tempio della dea Hathor. Gli operai sono fermi per consentire la ripresa fotografica senza polvere. In alto la figura del rais (sorvegliante). Scavi Schiaparelli.
Scavi nell’area retrostante il tempio della dea Hathor. I possenti muri, oggi visibili in piccola parte, appartenevano al monastero copto di questo luogo, che diede il nome anche al villaggio: Deir el Medina (Convento della città). Scavi Schiaparelli.
Scavi nell’area retrostante il tempio della dea Hathor. I possenti muri, oggi visibili in piccola parte, appartenevano al monastero copto di questo luogo, che diede il nome anche al villaggio: Deir el Medina (Convento della città). Scavi Schiaparelli.
Scavi nell’area retrostante il tempio della dea Hathor. I possenti muri, oggi visibili in piccola parte, appartenevano al monastero copto di questo luogo, che diede il nome anche al villaggio: Deir el Medina (Convento della città). Scavi Schiaparelli.
Scavi nell’area retrostante il tempio della dea Hathor. I possenti muri, oggi visibili in piccola parte, appartenevano al monastero copto di questo luogo, che diede il nome anche al villaggio: Deir el Medina (Convento della città). Scavi Schiaparelli.
Scavi nell’area retrostante il tempio della dea Hathor. I possenti muri, oggi visibili in piccola parte, appartenevano al monastero copto di questo luogo, che diede il nome anche al villaggio: Deir el Medina (Convento della città). Scavi Schiaparelli.
Fotografia scattata durante gli scavi, nel momento del rinvenimento dei vasi contenenti i papiri demotici e copti, ancora da liberare completamente dalla sabbia. Scavi Schiaparelli.
Momento di scavo a nord del tempio di Hathor. Fotografia leggermente coperta e sfocata. Scavi Schiaparelli.
Momento di scavo a nord del tempio di Hathor. Fotografia sfocata nel secondo piano, e sovraesposta. La stampa su carta è stata virata con il color seppia. Scavi Schiaparelli.
Fotografia scattata durante una fase degli scavi a nord del tempio di Hathor, del quale si intravede l’ombra sulla sinistra. Sempre a sinistra si riconosce una delle tende utilizzate dalla Missione Archeologica Italiana. Il personaggio al centro non è stato riconosciuto. Fotografia leggermente sovraesposta. La stampa su carta è stata virata con il color seppia. Scavi Schiaparelli.
Fotografia scattata durante una fase degli scavi a nord del tempio di Hathor e rivolta verso una struttura in mattoni crudi che affiora dalla sabbia. Scavi Schiaparelli.
Declivio di una montagna, sulla quale sono presenti due personaggi, non identificati ma presumibilmente parte della Missione Archeologica Italiana. Il personaggio con abiti occidentali potrebbe essere uno dei nobili al seguito di Schiaparelli nella missione del 1906. Scavi Schiaparelli.
Momento di scavo a nord del tempio di Hathor. La stampa su carta è stata virata con il color seppia. Scavi Schiaparelli.